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La sera del 3 ottobre 1931 il poeta Lauro de Bosis, a bordo di un piccolo aereo, vola su Roma per lanciare quattrocentomila volantini antifascisti, pur sapendo di andare incontro a morte sicura. È la conclusione di una lotta clandestina combattuta solo a colpi di penna, negli anni in cui vengono promulgate le leggi contro la libertà di espressione e di stampa, e costrette al silenzio le voci che si oppongono al regime. Questo lo spunto per raccontare de Bosis sulla scena, in un crescendo che parte dai giorni nostri e va a ritroso fino a quella sera del '31. Un appassionato monologo che alterna guizzi stralunati, a tratti anche comici, e momenti di cupo smarrimento. Il protagonista è un antieroe, uno che per esprimere il suo dissenso scrive di Icaro e di Antigone piuttosto che impugnare un'arma. Proprio per questo ci colpisce. Col suo volo si entra nel cuore di una storia che esprime una umanissima pietà e il cui significato più profondo sta nella sua cifra etica.